10 settembre 2023 ore 20:00
Valle/Sessa Cilento - Palazzo Coppola
20:00
CESARE BATACCHI UN INNOCENTE CONDANNATO ALL'ERGASTOLO
presentazione del libro di Eugenio Ciacchi e Giuseppe Galzerano – a cura di Giuseppe Galzerano
CESARE BATACCHI
UN INNOCENTE CONDANNATO ALL’ERGASTOLO
Galzerano Editore/Atti e memorie del popolo
pag. 560 con foto, €. 25,00
Una storia dimenticata e sconosciuta di malagiustizia nell’Italia forcaiola dell’Ottocento…
Il macchinista teatrale Cesare Batacchi è un internazionalista fiorentino accusato di aver lanciato una bomba sul corteo monarchico che la sera del 18 novembre 1878, a Firenze, festeggia Umberto I scampato all’attentato di Giovanni Passannante, avvenuto il giorno prima a Napoli.
Processato nel 1879 con altri sei anarchici è condannato, innocente, all’ergastolo. Tre anni dopo, due accusatori, all’estero, ritrattano le accuse affermando e denunciando di essere stati costretti, minacciati, manovrati e istruiti dalla questura fiorentina per testimoniare il falso. In un paese serio, che ha l’orgoglio di aver dato i natali a Cesare Beccaria, Batacchi sarebbe stato immediatamente scarcerato, invece continua a rimanere nel penitenziario di Volterra.
Nel 1899 riprende la campagna per la liberazione o per una revisione del processo, ma il ministro di grazia e giustizia afferma che non libererà mai Batacchi.
Il Partito Socialista Italiano alle elezioni del 1900 lo candida alla Camera dei Deputati nei collegi di Torino e di Pietrasanta (Lu) e viene eletto deputato di Pietrasanta, ma l’elezione è arbitrariamente annullata. Di fronte alla crescente indignazione popolare il re Umberto I, il 14 marzo 1900, gli concede la grazia reale, senza che Batacchi abbia sottoscritto alcuna domanda di grazia.
Il volume ripropone la cronaca del processo curata nel 1900 da Eugenio Ciacchi per l’editore Nerbini di Firenze e una nuova ricerca archivistica e giornalistica di Giuseppe Galzerano sulla lunga e coraggiosa battaglia per il riconoscimento dell’innocenza e della scarcerazione di Cesare Batacchi.
La stampa del tempo paragona il caso al caso del capitano Alfred Dreyfus, col quale presenta diversi punti in comune, ma qui non è un militare ad essere stato condannato innocentemente, ma è un lavoratore, un uomo del popolo, un internazionalista…