12 agosto 2022 ore 21:30
Valle/Sessa Cilento - Palazzo Coppola
Lo spettacolo sarà preceduto dall’incontro I segreti della giovinezza Mediterranea a cura del dott.Arturo Panaccione.
21:30
IDIOTES
Idiotes (dal greco): uomo privato; semplice cittadino; persona comune, di nessun conto; soldato semplice; uomo ignorante, inesperto, inetto, non addestrato, rozzo; idiota.
L’idiota. Gli idioti. Chi sono? Chi siamo? Sono attratto dalla fragilità. Mi interessa l’eroismo insito in questa fragilità. Sono attratto dal coraggio, dal coraggio di chi “è davvero tanto strano che abbia tutto ‘sto coraggio quello là!”, coraggio che si prende gioco delle proprie crepe, che anzi le mette in bella mostra, con un piccolo affronto dà uno schiaffo al perbenismo e si vanta della sua stupidità. Amo il coraggio altrui perché mi fa essere un po’ più coraggioso, un po’ più dentro di me. Essere di esempio, avere degli esempi: è forse tutta qua la straordinaria, magnetica energia degli eroi che mi hanno sempre affascinato. E chi, se non un idiota, può essere tanto coraggioso da arrischiarsi a compiere delle vere gesta eroiche?
Il principe Myskin – l’idiota immaginato da Dostoevskij, un ragazzo di 27 anni – è, come scrisse lo stesso autore nei propri quaderni e nelle sue corrispondenze, un incrocio tra la figura del Cristo e del Don Chisciotte: un uomo ancora fanciullo, dallo sguardo puro, catapultato in un mondo troppo adulto, troppo malvagio. Un principe non azzurro, né ben vestito, ma povero, malato, goffo, a tratti grottesco, estremamente umano, candidamente vero, una sorta di alter ego di Charlot ante litteram.
Nei mesi scorsi Dostoevskij avrebbe spento la sua duecentesima candelina e la sua visione è molto chiara: dalla conclusione del romanzo viene fuori che per il grande autore russo la bellezza certamente non salverà il mondo, o meglio, non è abbastanza per contrapporsi all’universo che gli è attorno. Non è mia intenzione contraddire il sommo romanziere, ma il mio interesse sta nel fare un leggero passo indietro e concentrarmi sulla condizione dell’idiota, focalizzarmi sulla prospettiva di bellezza quasi utopica che questi porta inconsapevolmente con sé. Mi interessa ciò che indica l’idiota, non il suo dito. Come si comporterebbe oggi un idiota simile? Che prospettive potrebbe aprire? Di quali figure si ritroverebbe circondato?
“Meglio stronzi che idioti!”, direbbero in molti, e come dargli torto! Eppure credo che ci sia una profonda e potente carica rivoluzionaria in questa condizione. Una condizione di fragilità che non teme la propria paura. Che affronta ciò che gli è attorno nonostante tutto, nonostante sé. Idioti si è davanti a un pubblico, un pubblico di esimi e stimati professori, illustrissimi, furbi e smaliziati, che ti guardano, dall’alto delle loro lunghe barbe bianche, protetti dal riflesso di un paio di rotondi piccoli occhiali, e ti sorridono scuotendo un po’ la testa. Idioti, forse, siamo anche noi teatranti, che ci barcameniamo in cerca di un approdo, in cerca di un momento, un’occasione in cui poter giocare per davvero.
Valerio Pietrovita nasce a Napoli il 27 marzo 1993. Dal 2013 al 2017 si forma con la regista e attrice Adriana Follieri, con cui è coinvolto sia come attore che come aiuto regia, in un lavoro di bottega. Si perfeziona con: Danio Manfredini, Leonardo Capuano, Alessandro Serra, Armando Punzo, Mimmo Borrelli. Dal 2017 ad oggi segue e lavora con Elena Bucci e Marco Sgrosso | Le belle bandiere. Dal 2018 al 2020 con regia di Elena Bucci è in scena ne “L’anima buona del Sezuan” di Bertolt Brecht, prodotto da Emilia-Romagna teatro e Centro Teatrale Bresciano. Nel 2019 è selezionato da Residenza Idra per partecipare al CAF – corso di alta formazione per attore/autore (tra i docenti: Massimo Sgorbani, Sonia Antinori, Fausto Paravidino e Milena Costanzo). Nel 2020 il suo primo testo drammaturgico “Palazzi di cristallo” vince il bando Nuove sensibilità 2.0 per autori campani under 40 e nel 2021 è tra i finalisti del Premio Leo de Berardinis per artisti e compagnie under 35 indetto dal Teatro Nazionale di Napoli. Nel 2021 dà vita, insieme a Christian Gallucci, alla compagnia teatrale Upupa Teatro. Attualmente è impegnato come attore nello spettacolo “La tempesta” regia di Alessandro Serra, prodotto dal Teatro Stabile di Torino, Emilia-Romagna Teatro e Sardegna Teatro. È iscritto alla laurea magistrale del DAMS – indirizzo teatro di Bologna.