Natura o cultura? Il cibo del Dopo Festival mette tutti d’accordo
I prodotti del Cilento al centro dell’appuntamento che segue le serate della rassegna, alla presenza degli artisti e del pubblico
Se c’è una via dove ricomporre la dicotomia tra natura e cultura, tra quanto radicato in profondità dell’essere e quanto costruito dall’uomo come animale sociale, questa via si ritrova nel rapporto con il cibo. Purché sia un cibo che parli di storia e di radici. Ecco perché Segreti d’autore propone il Dopo Festival, un ponte tra l’arte e i prodotti del Cilento. “La richiesta di Ruggero Cappuccio e Nadia Baldi era di affiancarli per lavoro di valorizzazione del territorio” spiega Massimiliano Mari della cooperativa Pinzimonio, anima gastronomica del Festival o, appunto, del Dopo Festival. L’appuntamento che segue le serate della rassegna, alla presenza degli artisti e del pubblico, per le degustazioni della cucina tipica. “Il Cilento è la mia seconda casa – spiega Massimiliano – noi vogliamo raccontare i prodotti, ci proponiamo di fare da hub ai produttori virtuosi della zona, fonderci con loro e creare un’offerta adeguata alle esigenze del festival, qualcosa di strettamente legato al territorio”. E’ il momento in cui si esalta il terroir cilentano, l’interazione tra territorio, clima e la mano dell’uomo nei sapori e nei saperi della produzione agricola. Il Dopo Festival utilizza i prodotti degli orti locali. E rilancia la necessità della cosiddetta “Qualità percepibile”, percorrendo quella che si definisce filiera corta.